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domenica 23 ottobre 2022

Recensione al libro Zero Positivo di Cristina Marginean Cocis


 Tre giorni

Esiste una sola arte cristiana, che non è né gotica, né romantica, né barocca, l'arte di portare la croce.(Franz von Baader)

36 ore per dire addio alla vita, per congedarsi dai suoi affetti, dall’amato marito, dall’adorata figlia …36 ore per dire addio a Victor, l’amato  figlio che porta in grembo.

Zero positivo, Gaspari Ed., Udine2016, ristampato nel 2017, recentemente tradotto anche in francese di Cristina Mărginean Cocis è la testimonianza di un’esperienza crudele e rinnovante, dove il dolore e la disperazione, accuratamente messi nero su bianco dall’autrice, diventano parti essenziali della vita e finiscono per cambiare , per annullare  e poi ricostruire la sua realtà. Il tempo ricevuto in dono da Dio sta per finire e le poche ore a disposizione portano la protagonista a scendere e a scavare nel buio più profondo dell’anima umana con il rischio di perdersi nella foresta incantata, che per l’autrice altro non è se non l’anima dell’essere umano. Eppure lei sa che nel suo buio potrà trovare anche la luce per ritornare in superficie, alla vita. La luce per Cristina è l’amore. L’infinito amore per sua figlia, per l’uomo della sua vita, per il figlio ancora non nato e soprattutto l’amore per Dio. 

Tra momenti di disperazione e di speranza Cristina ci insegna, attraverso una narrazione coinvolgente, intensa e reale, che ognuno di noi porta dentro le risorse per sfidare il destino. Il passato è uno degli elementi essenziali di questa storia. Attraverso la storia dell’amato padre, il quale ritorna oniricamente da lei aiutandola a sopravvivere mentre i ricordi si sovrappongono alla dolorosa realtà, ci viene concessa una viva testimonianza di un pezzo della storia della Romania durante la dittatura di Ceaușescu.

I salti temporali fatti dall’anima e dalla mente dell’autrice ci portano avanti e indietro tra il presente e il passato con accuratezza e discrezione. L’autrice lega con coerenza il dolore del presente al dolore del passato, l’amore di oggi a quello di ieri, ci rivela che il presente è il frutto del legame indelebile con ciò che abbiamo vissuto o con ciò che nel nostro passato è rimasto non integrato o accettato. La fine descrizione dei timori, delle paure, la generosa concessione del suo passato nella ricerca di accettazione dimostrano il coraggio di Cristina di liberarsi e di rivelarsi, di esporsi per potersi ritrovare, per fare il modo che il tempo dei ricordi sia la via della guarigione. Il finale del libro libera l’anima dell’autrice e arricchisce il lettore. 

Ciò che mi colpisce profondamente nella scrittura di Cristina è la schiettezza con la quale confessa le sue fragilità, il modo in cui ci rende partecipi persino delle più dolorose e angoscianti sofferenze fisiche e psicologiche e non di meno la via privilegiata attraverso cui descrive le persone che costruiscono il suo universo in quel determinato luogo, in quel determinato periodo. Gli occhi sono la caratteristica essenziale attraverso cui impariamo a conoscere i personaggi, i loro stati d’animo e l’autrice e i suoi pensieri. Nel libro la parola “occhi“ viene impiegata decine e decine di volte per esprimere dolore, sentimento, amore, gentilezza, apprensione, speranza, gratitudine, disperazione, paura, sofferenza, emozioni … Gli occhi sono l’unica possibilità di comunicare, da lontano, con il figlio appena nato.

Per Cristina la vita è un dono prezioso, allo stesso modo della sacca di sangue vivo, donato da chissà chi, che le salverà la vita. Più volte nella sua scrittura l’autrice riflette sul significato e sul valore del sangue ricevuto tramite la trasfusione, sangue donato da sconosciuti per salvare la vita a degli sconosciuti. Un’intimità solidale che spesso ignoriamo, ma che Cristina, nel suo romanzo, ricorda e valorizza. 

Leggendo la storia di Cristina, della sua lotta per la sopravvivenza, per la vita impariamo che mai è troppo tardi per scoprirci forti abbastanza da affrontare la morte e sconfiggerla perché l’unico antidoto alla paura è avere accesso all’amore, un accesso libero e illimitato, privo di qualsiasi ostacolo di spazio o di tempo


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